venerdì 16 settembre 2011

LA QUAGLIA, UN UCCELLO DI STAGIONE, TRA CACCIA E RISPETTO DELLA LEGGE. LA VIGILANZA È ANCHE UN’OPPORTUNITÀ PER I GIOVANI. È SOLO QUESTIONE DI ………….…. VOLONTÀ POLITICA.




Se si riesce a vederla da vicino, la quaglia è inconfondibile, anche se a prima vista questo uccello si può scambiare per un giovane di pernice o di fagiano. Tuttavia, essa ha un'indole tanto schiva che è difficile osservarla anche quando ve ne sono molte. 

La quaglia, sempre ben nascosta tra l’erba, è infatti un uccello di carattere timido e diffidente: è assai più facile udirne il canto che vederla.

Ecco come canta la quaglia - Per ascoltare il suo canto, cliccare su questa immagine che segue.





Quest’anno in Campania la caccia alla quaglia non è stata consentita in anticipo, come si è sempre fatto in passato.

La cosiddetta “preapertura” al 1° settembre, ovvero l’anticipo di quasi ben tre settimane dell’apertura della caccia prevista per il 18 settembre è stata fermata dal TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) di Napoli, che ha accolto un ricorso del WWF Italia, curato dall’avvocato Maurizio Balletta di Benevento, contro quanto stabilito dalla Regione Campania che, nell’approvare il calendario venatorio per la nuova stagione 2011-2012, lo aveva fatto in assenza del “piano faunistico”, che dovrebbe regolamentare sulla base di censimenti e studi scientifici, i tempi, i modi e le specie oggetto di caccia.

La quaglia a confronto con il merlo, che è uno degli uccelli più noti

È appena il caso di ricordare che il “piano faunistico” è basilare, perché contiene quegli elementi essenziali, previsti dalle normative vigenti, indispensabili per la conservazione e la gestione del patrimonio faunistico, che è patrimonio di tutta la collettività e non patrimonio esclusivo dei cacciatori.
È in quest’ottica che il patrimonio faunistico va tutelato anche con forme di effettiva ed efficace vigilanza, che assicuri almeno nelle zone protette (come il Parco Regionale del Matese) un vera lotta al bracconaggio, e ciò è fortemente auspicato dalla stragrande maggioranza dell’opinione pubblica. 



Le quaglie arrivano dai quartieri di svernamento africani a primavera, da metà aprile a metà giugno, e ripartono in autunno da fine agosto ad ottobre dopo aver allevato i piccoli. 



Un po’ tutti parlano, sia pure con comprensibile "discrezione", delle forme più note di “bracconaggio” che interessano il Parco Regionale del Matese e dintorni:

-   l’uso, anche assai prima dell’apertura della caccia, di sofisticati richiami acustici per le quaglie (come il fonofilo), e non certo per fini di “ricerca naturalistica”;
-    caccia notturna con i fari lungo le strade di montagna;

-    caccia diurna con cani da seguita: alla lepre, al cinghiale, al capriolo (da poco immesso);
-    ecc..


Per avvistarla durante la caccia, viene costretta al volo scovandola con cani da caccia appositamente addestrati.

Si è appreso che in altre regioni d’Italia viene attuata una vigilanza tanto semplice quanto efficace, che si può così riassumere:


-   un buon numero di giovani, che ricevono un compenso e vengono utilizzati come GAV (Guardie Ambientali Volontarie) nell’ambito di progetti di valorizzazione ambientale e/o di promozione di uno sviluppo ecocompatibile, fanno anche servizio di monitoraggio e, muniti del semplice telefonino, segnalano in tempo reale al loro centro operativo pure eventuali azioni di bracconaggio;
-  fatta la segnalazione, scatta immediatamente l’azione repressiva da parte degli organi preposti (guardiacaccia, guardie forestali e forze dell’ordine in genere) per fermare e sanzionare le azioni di bracconaggio;


   E’ diffusa in tutta l’Europa temperata, con esclusione delle regioni a nord del Circolo Polare Artico. Le popolazioni europee svernano dal bacino del Mediterraneo all’Africa equatoriale.
         

IIl risultato di questo semplice quanto efficace sistema di vigilanza si è rivelato eccellente:

-     il bracconaggio, nelle sue varie forme, è stato cancellato nelle zone in cui è stata attuata tale forma di vigilanza;

-   dette zone non sono più “terra di nessuno” e la flora e la fauna mostrano “evidentissimi” i segni della tutela. E ciò nell’interesse collettivo, compreso quello dei cacciatori rispettosi della legge.


Il nido viene predisposto in una piccola cavità del terreno rivestita di erbe e nascosta tra la bassa vegetazione, dove vengono deposte da 8 a 12 uova.

Andando sul sito www.greenreport.it e digitando la parola chiave GAV, appare l’articolo che segue, del quale, per esigenze di spazio, viene riportata solo la parte iniziale.

Alle GAV ilcontrollo e la vigilanza nel Parco dei Monti Livornesi (articolo dell'8 aprile 2011).

L'Amministrazione Provicniale di Livorno ha avviato un progetto per l'attivazione del servizio di vigilanza e controllo all'interno dei Parco dei Monti Livornesi e di altre aree protette del territorio provicniale.
Tali attività sono state affidate , tramite apposita convenzione, alle Guardie Ambientali Volontarie (GAV) coordinate dalla Provincia, le quali svolgeranno non solo un compito di vigilanza, ma anche interventi legati all'informazione ed educazione ambientale
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Le quaglie si vedono di rado perché evitano di spiccare il volo, salvo che non ci si avvicini troppo (a qualche metro o anche meno).


È appena il caso di ricordare che la valorizzazione ambientale e la promozione di uno sviluppo ecocompatibile costituiscono, con modica spesa di vigilanza, un beneficio notevolissimo non solo per la natura, ma anche per l’economia locale, perché la natura più è tutelata e più richiama il turismo.


Ci vuole veramente poco per realizzare la vigilanza e il controllo di cui innanzi.

È - lo ribadiamo - solo questione di …………. volonta politica!

Settembre 2011
                                                        Emidio Civitillo

E-mail: emidiocivitillo@gmail.com

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